domenica 12 gennaio 2014

l'eternità è un battito di ciglia

L’altro giorno mi hanno detto che sono besic (scritto così).Forse chi me lo ha detto voleva stupirmi con effetti speciali, ignorando che la lingua inglese mi serve, e per sopravvivere, quindi ne faccio abbondantemente uso.

Tutto di me ho sempre pensato, tranne di essere besic. E per stile di vita, e per modo di pensare, e per ninnoli – bracciali, collanine, orecchini che mi porto sempre dietro, e che continuo a comprare con fame. Questo ti fa riflettere sulla differenza della percezione che si ha di sé, e l’immagine di te che hanno gli altri.

Fortunatamente dovunque vada sono circondata da tanto, e niente di questo tanto è besic, come molti lo intendono.

Le strade sono affollate da alberi di chinino, dalle foglie lunghe come punte di lance, che curano circa 42 malattie, qui credono nella medicina naturale, questo si che è besic, usano un rimedio solo per curarli tutti. 42 come le tribù che lottano per un posto al sole, e litigano e si ammazzano fra di loro, i giriama, pacifici e  polentoni, che vivono la costa, i kikuiu, bellicosi e guerrieri, i masai, regali nelle loro tuniche, dai colli adornati di perline gialle e verdi, il bastone che sembra una zucca, e le infradito fatte di copertone, che si muovono assenti al di sopra degli altri, al di sopra delle altre tribù che considerano besic, loro proprio no. Tutto fuorché.

C’è chi sceglie di vivere con, chi vive senza. Chi senza lo sceglie, chi ci si ritrova. Come il proprietario del Barefoot, caratteristico locale a forma di zampa che sfama chi s’imbatte e batte la spiaggia di Che Chale. S’imbatte non per il mare, francamente ne ho visti di più belli, ma la si sceglie per la sua sabbia. Dorata. Un mix di granelli e pirite, che le conferisce quel tono assolutamente non besic che hanno molte spiagge.
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sabbia di Che Chale

Una distesa di nulla, con sopra il cielo e sotto l’oro. Un tesoro prezioso sia per chi guarda su, ma anche per le onde del mare che giocano fra i tuoi piedi. Fra i tuoi piedi e quelli di pochi altri, uno dei pochi posti in cui le conchiglie sulla sabbia, poche e bianche, superano i visi che incroci, bianchi anch’essi, ma abituati al nero, al nulla.

La strada per arrivare è uno sterrato rovente, dai finestrini si scorgono maniche di camicia di terzo o quarto passaggio che si asciugano il sudore. Si raccoglie il cocco per costruire le case con il guscio, e farne il vino con il succo, usato nei matrimoni, se esageri, non ti alzi più in piedi.

La strada per uscire è un susseguirsi di incroci tutti uguali, di uomini che tagliano il legno, di bambini seduti in mezzo alla polvere, aggrappati alle madri che con il braccio libero ti chiedono un po’ di farina. (pour parler, 24 kg di farina costano 1000 scellini kenyoti, circa 10 euro, ma così, solo per dire).

Molti sono gli scossoni, la maggior parte emotivi, del cuore che frulla, perché pensi a questo fottutissimo mondo di serie B, molti di pancia, perché ti ritrovi lo stomaco in gola, a furia di ballare, sembra di stare sul tagadà, quando sei in cima alla salita vuoi dire “con le mani, su le mani” per sentire meglio la discesa, e quando risali di nuovo chi sta lassù ti spara una boccata di verde, quasi la jeep si ferma, e vedi trecentosessantagradi di Africa, di polmone, di adrenalina, di baobab, di iniezione in vena. Respira. E butta fuori. Il panorama ti si pianta dentro.

dal vetro della jeep

Anche negli dèi si era piantato dentro qualcosa. L’incazzatura nel vedere l’arroganza dei ricchi abitanti di Marafa, dopo un’ora di jeep ma ad una galassia dalla vita, che utilizzavano il latte al posto dell’acqua, sprecando e l’uno e l’altro, mentre i poveri al di fuori crepavano come statue di sale, arsi dal sole e dalla sete. Arsi dall’ira, gli dèi punirono lo sperpero devastando la città di Marafa, che si inaridì di colpo, lasciando che la vita passasse oltre, regalando uno spettacolo emozionale a chi oggi si affaccia su quello che fu ieri.

Canyon di Marafa

io a Marafa

Un Canyon paragonato da molti al Bryce Canyon (Utah, USA), fatto di gole, di pareti di arenaria, di roccia intagliata da cui esce polvere bianca, rossa ed ocra, di bush come la savana insegna. Una passeggiata di circa un’ora , un one way di depressione di circa 73 metri di profondità.

Un luogo che sembra besic ma che come tutti i paesaggi in cui sembra che la vita non ci sia stata, regala testimonianze di una vita che è passata. D’altronde vige la regola che vale per gli esseri umani, ognuno  ha il suo tempo.

La temperatura si sente, il sole cuoce le spalle, bisogna avere scarpe da ginnastica se no si scivola, mentre si ammira il panorama che ti si pianta dentro per la seconda volta. Ai bambini raccontano che dopo il  tramonto del sole questo luogo si trasformi nella cucina del diavolo (non a caso il soprannome è Hell’s Kitchen), e che tutte le notti si sentano rumore di coperchi e pentole, come se il caro Lucifero fosse sempre in mille faccende affaccendato ed avesse un bel numero di commensali- unica presenza animale riportata, i babbuini.

Uscita dal Canyon, mi sono seduta su di una panchina. Mi si è avvicinata una bambina, cranio rasato, mi ha fatto vedere il piede graffiato da non so cosa. Mi ha sorriso. Aveva la canottiera larga, e dentro ci teneva tre quaderni con la copertina colorata per andare a scuola. Ho guardato nello zaino, avanzavo una matita, gliel’ho regalata, lei ha sorriso di nuovo, si è rimessa a guardare il sole, io mi  sono ritrovata a piangere.

Mi sono tolta le scarpe da ginnastica, e sono rimasta con i piedi nella polvere, sulla panchina, da sola, con un tramonto scuro che tremolava davanti a me, con la giornata che finiva, con il rumore delle jeep e l’odore di benzina intorno.
sole che trema

E mi sono sentita fortunata, perché tutto il besic o non besic che mi sta intorno mi sta insegnando che è bello provare a vivere la vita a piedi nudi.


it's time for Kenya, disegnato con i piedi nudi
E.

3 commenti:

  1. Elenabi sei bella!!!!! Besic o no, non possiamo piu' fare a meno di te!!!!!

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  2. oddio, divento come la droga!!! ahahahah

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  3. Sì, sei bella. Però non sono i ninnoli, bracciali, collanine ed orecchini a renderti non besic. Anzi quelli mi sa che remano contro!!! :D

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