giovedì 7 agosto 2014

nei silenzi ognuno piano / fruga dentro di se'

" Gige, cosa guardi?"

Lo fissavo, mentre lui fissava un punto li', fermo nell' Egeo. E mentre lo fisaavo, e lui fissava il mare, pensavo a quanto fosse bello, questo mare. Che tutti gli umani, dicono "bello il mare della Sardegna", oppure quello dei Caraibi. Ma io penso che no, anche questo Egeo, non ha nulla di meno. Forse niente di piu', ma sicuramente nulla di meno.
Ho sempre cercato di entrare nella sua testa, ma non ci sono mai riuscito. Ed ora non so che darei, per leggere i cuoi pensieri.

"Pensavo,  Briareo, che mi sto annoiando. Stiamo qui, tutto il giorno, a guardia dei Titani. Lo abbiamo aiutato a vincere, ed ora? E' tutta qui la gloria? E' questo il meritato riposo degli eroi?"

"Non so, Gige, ma di certo, questo e' il suo volere, e' lui il re dell' Olimpo, a cui tutti noi obbediamo."

Nel frattempo, guardavo in alto, le nuvole si muovevano, segno che Lui ci stava guardando. Ma sentivo che qualcosa si muoveva, e mentre formulavo un pensiero, ho visto una delle cento mani di Gige allungarsi e staccarsi, e protendersi verso Pilio, mentre il corpo si tendeva, ed ho visto un masso per aria, e poi ho sentito pof. E poi e' scoppiata la pioggia.

Questo e' Alonissos, un masso di 65 km quadrati, incastrato nel parco Marino omonimo, il primo parco naturale di tutto il Paese, nato nel 1992.

Collegato a Skiathos da barche, aliscafi, traghetti. Luoghi in cui, una volta seduto, regna il silenzio.
Il silenzio dei viaggi, inteso come trasferimenti, quelli che fai in treno come pendolare, corti ed a volte privi di senso, ma quelli in cui quel non senso crea voragini, voragini che si riempiono di punti interrogativi, di parole e musica, viaggi in cui parti profumato, ma poi finisci irrimediabilmente per essere sudato marcio, perche' ti porti tutto quello che ti puo' servire per un paio di giorni, che poi a volte e' lo stesso equivalente della settimana.

Il porto di Patitiri, punto di approdo dei collegamenti marittimi e centro principale dell'Isola, come lo ricordo io, e' silenzioso, quasi disabitato, a meta' maggio. Ora vive del vociare dei turisti, qui arrivati, per una vacanza all'insegna del relax, e della tranquillita'. Ma se paragonato la brusio di Skiathos, qui regna il silenzio.

Anche le spiagge, poco attrezzate e dall'aria selvaggia, rispettano la scelta quasi ascetica di chi ha voluto cosi' l'isola anche chiamata Chilidromi.

Su tutte, la suggestiva Kokkino Castro, di sabbia rossa, nelle cui acque si dice ci sia il fantasma di un relitto affondato anni prima.


spiaggia di Kokkino (rosso) Kastro
Roccia, ciottoli e sabbia. Mix e colori delle verdeggianti Sporadi, come dicono molti la Grecia che non ti aspetti. Ma, come per tutte le cose che non ti aspetti, che poi scopri che ti piacciono, in fondo, e tanto.

Non ti aspetti neanche di trovare quei colori, lassu' in cima.
Dove c'e'la vecchia Alonissos, stradine, case colorate a strapiombo su gole profonde.
Una piccola chicca, per stare con il naso all'insu', con il costume da bagno ancora umido, le infradito ai piedi, i capelli che sanno di salsedine, e la pelle che tira.
Ma il tempo sembra non essere passato, i negozietti di souvenir sanno di caratteristico, e di gentile, e di scalette nascoste, e di bianco e blu.
Come la mia visita qui, che e' in punta di piedi, se paragonata a Skiathos, dove mi sento a casa, dove posso entrare a gamba tesa.


Old Alonissos

Colori imprevisti
Bianco e blu, come il mio vestito a righe,  a volte usato per uscire, a volte usato in spiaggia, che sa di Grecia, e' vero, anche se fa tanto luogo comune.

nell'ultimo bar prima del vuoto, Old Alonissos
Che poi e' proprio quello di cui avevo bisogno, di vivere le righe, i luoghi comuni, poche domande nella testa, e fiato nelle gambe.

Partire sempre sgommando. Viaggiare tenendo il ritmo. E guardare quello che scorre intorno.

Filakia, E.


https://www.youtube.com/watch?v=a5uQMwRMHcs




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